mercoledì 17 ottobre 2012

Non aprite questo libro!

Come si desumeva da uno degli ultimi post a tema sfida post-apocalittica, abbandonare l'universo de L'Ombra dello Scorpione non è stata impresa facile. Mi sono concessa l'intermezzo del "racconto lungo" di Jack London per poi passare ad altre 567 pagine di romanzo contemporaneo, che non mi aspettavo di certo eccelso, ma nemmeno così deplorevole.




Errore.
Che libro brutto... ma così brutto! Se non altro sono felice di essermelo tolto dai piedi per proseguire con letture che, a naso, sembrino degne di questo nome. Spero di non incappare mai più in un'opera simile.
Innanzitutto le prime 200-300 pagine. Il protagonista è un idiota patentato di nome Rick Kennedy, diciannove anni, come non si stanca mai di rimarcare nella narrazione in prima persona, stile diario. Sei giovane, sei moderno, ma ciò non ti autorizza a rendere ogni maledetta pagina una sterile sequela di:
Cristo
Gesù Cristo
Cielo
Santo cielo
Dio onnipotente
Dio
sempre in quegli incisi fastidiosissimi che sollevano un'indicibile voglia di imprecare molto più pesantemente di lui. Dopo le 300 pagine queste interiezioni tendono a scemare, ma ti accompagnano comunque fedelmente fino alla fine del libro. 
I dialoghi, complici questi benedetti incisi - ma non solo- sono a tratti imbarazzanti. Non saprei descriverlo se non con un paragone cinematografico: si ha presente ciò che si intende con povera sceneggiatura? Qualcosa di simile: di una banalità inaudita, con protagonisti che sembrano figurine panini, oltretutto tagliate male, personaggi macchiettistici con ruoli definiti dal primo rigo di descrizione. Già alla loro presentazione carpisci il loro destino, sai esattamente cosa faranno, come finiranno, che diranno. Soprattutto se hanno più di 20 anni di età, allora il loro destino è segnato: crepano, e crepano male, a quanto pare nel mondo nuovo di Clark non c'è spazio per un'età che non sia gioventù... Ai ragazzi, anzi, in particolare ALLE ragazze, sarà però risparmiato (per lo più) il fato crudele che l'autore riserva a chi supera la quarantina. Anche molte situazioni sono di una banalità disarmante, e si capisce lontano un miglio dove vogliano andare a parare.
In breve, questo baldo e vigoroso giovane che è protagonista, ad una festa in cui reincontra, dopo un certo tempo, l'altro baldo giovane che è il fratello Stephen, sparisce con una momentanea amnesia dopo aver soccorso un poveraccio amico loro, ferito e farneticante. Dopo un po' si sveglia che tutta Leeds si è accampata in tutto il suo giardino per via di un gas velenoso che ha invaso la città. Dopo un altro po' capisce che il mondo è allo sbando perché, almeno in quella zona, il pianeta si è surriscaldato, la crosta terrestre si è assottigliata e l'attività vulcanica, in tutte le sue manifestazioni, ha cominciato a minacciare i dintorni della sua città. Londra intanto è stata investita da uno tsunami di proporzioni gigantesche e ne è rimasta quasi totalmente sommersa.
Molti crepano, passa il tempo, qualche mese, e si costituisce una piccola comunità. Il nostro protagonista si fa una nuova amichetta, nel senso latino del termine: il milfone della situazione, che nemmeno ricordo come si chiama. Poi questa crepa, e se ne crea un'altra, Kate, che aveva puntato già ai tempi della festa. Intanto sentenzia a proposito di fantomatici uomini grigi malvagi e con gli occhi rossi, a cui potrebbe essere ricondotta l'origine di tutto il macello. All'inizio nessuno gli crede ma poi iniziano a vederli tutti, che ammazzano gente, torturano persone, e altre amenità.
Dopo 300 pagine di agonia, i nostri stanno per essere uccisi da una tribù, ma vengono risparmiati grazie all'intervento di un personaggio di nome Jesus, l'unico a riuscire a destare un vago interesse nel lettore in un primo tempo, il quale si dissipa totalmente e senza speranza negli eventi successivi e soprattutto del finale, dove diventa una maschera, una caricatura, il cattivone che inverosimilmente non schiatta mai e deve tormentare fino all'ultimo gli altri personaggi, e il lettore, aggiungerei, in situazioni trite e ritrite e patetiche: viene bruciato vivo e non muore, anzi raggiunge i suoi rivali; i rivali lo fanno fesso e casca da una balaustra, ma si rialza in piedi e, prima di morire gonfio, dà prova di quanto il suo ego cattivone fosse spropositato con la classica risata da schizzato; poi finalmente se ne va fra i più accompagnato dal sospirone di sollievo dei protagonisti buoni. Terrificante...
La spiegazione data alla presenza degli uomini grigi è che il movimento della crosta terrestre genera campi elettrici, i quali interferiscono con i segnali neuronali nel cervello, dando una sorta di attacchi di epilessia accompagnati da allucinazioni. Sì, allucinazioni identiche in ogni cavolo di essere umano, anche in quelli mai venuti in contatto con la comunità dei protagonisti? Identiche in tutti i minimi dettagli! Persino nei murales si possono riconoscere esattamente tutti gli stessi minuziosi particolari. La spiegazione? Eh, la memoria collettiva. Il mito, l'archetipo, tutto condiviso. Eddai! Ma cosa? Ma nemmeno una differenza, che so, nel colore dei capelli? Che boiata immonda!
Spesso si incontrano situazioni molto ripetitive, ma...aaah. La situazione ripetitiva per eccellenza qui sono gli incontri sessuali di quel barzottone del nostro maschio protagonista. Descritte sin nei minimi dettagli, dalle scopate con il milfone a quelle con l'altra tipa, tutte hanno lo stesso modo di fare sesso, almeno tre pagine di descrizione dei dettagli di come queste gli succhiano l'uccello e dei loro Aaahhh uuuhhh siiiii quando vengono. Sì, lui le fa sempre venire. E loro sono sempre disponibili a dargliela, in qualsiasi momento, persino quando Kate era stata appena pistata di botte da lui che, nel delirio, l'aveva scambiata per un uomo grigio. La povera ragazza, tutta tumefatta con ettolitri di sangue addosso, che fa? Scopiamo, Rick! Ma che cazz..?!? Ma cosa?! Ma chi lo farebbe mai, ma come minimo ti metto una camicia di forza e non la vedi per una settimana, deficiente! No, lei è lì, pronta, subito a ficcarsi in bocca il pisello del tipo. Anche il milfone, da poco violentata da un branco di screanzati, appena vede il nostro ragazzone magicamente subisce un attacco improvviso di  pruriti di fresca, non importa che non riesca fisicamente ad impegnarsi in un atto sessuale: ti hanno violentata e dopo una settimana libera e felice come una farfalla scopi come un animale, la tua mente proprio non pensava ad altro. 
Ho già accennato a quanto siano deprimenti le descrizioni dei rapporti sessuali. A parte le minuzie inutili ed inopportune, vi troviamo metafore raffinate quali "i nostri corpi erano scivolosi come sperma", ed espressioni originali come "Cristo, era bellissimo"; "Cielo, se era bello"; "Era bellissimo", a profusione, con continui indugi sui capezzoli induriti, come se le partner sessuali del nostro Rick non abbiano altro che due paia di enormi, turgidi, eretti capezzoli, e qualche dettaglio qua e là; ma sono i capezzoli quelli che contano, baby.
La modalità narrativa, nemmeno quella regge. I capitoli sono presentati come estratti di diario, in cui per lo più l'io narrante è Rick, ma in alcuni episodi si tratta di Kate. Non c'era bisogno di dare una spiegazione a questa cornice, ma, non pago delle situazioni da facepalm da lui create, l'autore ne dà una: nello scrivere, l'io narrante sta compilando un resoconto in prima persona dei fatti avvenuti in quei giorni per preservarne la memoria e consegnare tutto alle generazioni future. A dire il vero è Kate a scrivere il diario, mentre Rick dovrebbe narrare le cose senza un preciso motivo. Bè, ad ogni cambio di prospettiva, il narratore deve tassativamente iniziare con "Mi chiamo Kate Robinson / Rick Kennedy". Che bisogno c'è?! Soprattutto nel caso di Rick! E soprattutto nel caso in cui si capisce che Kate stia scrivendo praticamente senza soluzione di continuità con la situazione che lei stava descrivendo appena prima dell'intermezzo di Rick, presentando aggiornamenti agli eventi avvenuti pochi minuti prima. 
I trucchetti per creare suspense sono banalissimi, lascia le cose in sospeso dando anticipazioni sul fatto che le cose non sarebbero andate bene come i personaggi avevano appena pensato, e cose simili...
Il cannibalismo così violento che si manifesta solo dopo pochi mesi dall'insorgere della catastrofe in alcuni gruppi umani è poco verosimile, sociologicamente senza basi. Più interessante è la spiegazione data alle torture inflitte agli sconosciuti dalla gente del gruppo di Jesus, una sorta di abominevole rituale basato sul sangue, in grado di mantenere coesa e rilassata l'intera tribù, placando l'animo dei suoi uomini. Ma tanto Clark butta al secchio Jesus nel peggiore dei modi.
Piatto, desolatamente piatto, la sensazione che rimane è quella di aver visto un blockbuster americano che puzza di cagata lontano un chilometro, costruito proprio in quel classico modo in cui lo sono quelle americanate che, solo per sbaglio, può capitarti di vedere al cinema di mercoledì pomeriggio, quando il prezzo del biglietto è dimezzato, e uscendo hai la sensazione che comunque quei tre euro e cinquanta avresti potuto spenderli in mille maniere migliori, tutte tranne quella... il modo peggiore di poter investire tempo e denaro, per di più finanziando il più becero dei filoni di produzione cinematografica.
Meno male che io, almeno, non l'ho mai pagato.
Mai più!






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