venerdì 20 agosto 2010

Pirati! Ancora!

A parte qualche intermezzo, qui si veleggia ancora sulla rotta della Tortue.
More about La clessidra del potere Questo libercolo l'ho acquistato, si dice, per regalarlo a mia sorella, pur sapendo che mia sorella preferisca di gran lunga dedicarsi con passione alla ri-ri-ri-ri-ri-lettura di fumetti manga quali Ransie La Strega, Card Captor Sakura, e ultimamente Sei il mio cucciolo. Il suo hobby preferito era consumarne le copertine, tenendole ben salde tra le sue dita sudaticcie, sino a farle divenire una sorta di poltiglia. Se non fossi riuscita a toglierle questa malsana abitudine, il suo destino di lavoratrice in impianti di riciclaggio carta con metodi biologici sarebbe stato assicurato. Ad ogni modo, l'ho davvero acquistato per regalarglielo. Credo che, data l'età, riesca ad apprezzarlo più di me.
Avevo voglia di leggere una ragazzata, un libricino scorrevole, tanto per distrarsi. E l'ho persino scelto con elementi fantasy (sì, aborro il fantasy: lo considero il più grosso secchione di spazzatura letterario). E ha ben risposto alle mie aspettative. Lo potrei definire come una semplice sommatoria: Monkey Island + Resident Evil + L'Isola del Tesoro.
Monkey Island perché il cattivone cattivo cattivo della storia non riesco a non immaginarlo come una sorta di LeChuck: anche un po' grottesco nel suo essere nero, malvagio e senza pietà, capo di un esercito di non-morti e capace di terrificanti incantesimi di magia nera (vudù? Ci starebbe bene!). Una macchietta.
Resident Evil perché di zombie ce ne sono un fottìo, e affamati. E puzzolenti. Divertente.
L'Isola del Tesoro perché il protagonista è il solito ragazzino sveglio, che si caga sotto ma alla fin fine mostra coraggio, più coraggio di quanta ne richieda la sua età, e riesce a farsi amare ed accettare dalla ciurma di adulti e bla bla bla bla.
Non mi aspettavo una grossa caratterizzazione dei personaggi e fortunatamente non l'ho trovata. Speravo in un maggiore lavoro di approfondimento sulla realtà quotidiana di una nave. I romanzi pirateschi sono zeppi di terminologia esclusivamente marinaresca, e qui l'unico termine tecnico che ho incontrato è stato "barra del timone"... va bene, sarebbe uno spunto per imparare cose nuove, ma d'altronde il libro è destinato ad un target d'età decisamente più basso delle mie due decine e mezza, ci rinuncio tranquillamente. Diciamo che, fino al penultimo capitolo, non volevo essere impietosa. Volevo uno svago semplice, leggero e piratesco e l'avevo trovato.
Poi, il Karnar.
Un mostro marino che sbuca fuori come un perfetto quanto inutile deus ex machina, senza background definito, viene, appare a buffo, salva la masnada di pirati buoni e di sani principi ed altrettanto a buffo scompare. È perché odio il fantasy? È vero, ho le mie riserve, ma, davvero, questo era un espediente narrativo che definirei raffinato quanto un sonoro e pieno rutto di un conferenziere al microfono. Semplicemente messo ad minchiam. Discesa vertiginosa del giudizio.

More about Il Corsaro Nero Si potrebbe etichettare con la dicitura "piacevoli sorprese". Non avevo letto mai niente di Salgari, e pensavo di essere ormai troppo attempata per apprezzare le sue opere, un po' come mi è successo per L'Isola del Tesoro di Stevenson. Un libro piacevole, questo, ma a tratti poco vivido e lento in alcuni punti. Forse il fatto che il protagonista sia il solito ragazzino di giovanissima età (nella mia immaginazione opportunamente sostituito da una ragazzina in incognito, ma non cambia nulla) oramai mi mette un po' a disagio. Per inciso, Long John Silver, alias Porco Arrostito, s'è poi rivelato il personaggio più interessante del libro e non vedo l'ora di approfondirlo.
Tornando al Corsaro Nero, s'è rivelato essere di gran lunga al di sopra delle mie aspettative. Un libro per ragazzi di ogni età, senza ombra di retorica. Il protagonista ha tutte le caratteristiche distintive dell'eroe: nobiluomo, cavaliere, pietoso, eppure... Eppure, con quella sua aria funerea, lugubre, è circondato di quella cupezza da tenebroso che a prima vista lascia spiazzati in un personaggio tanto positivo, fiero e di saldi principi.
La chicca è il cammeo del giovane Morgan, comandante in seconda del Corsaro Nero, evento salutato con entusiasmo dalla mia immaginazione. Senza fatica l'immagine del Morgan della Santa Rossa è stata riutilizzata qui, "fittava" (come si dice in italiano?!) perfettamente: per me è stato meglio che guardare un film. Strepitoso.
Le descrizioni naturalistiche di paesaggi, fauna e flora sono vivide ed impeccabili, così come quelle di eventi, dalle battaglie navali all'emozionante uragano presso le coste delle piccole Antille, fino al palpitante amorazzo fra il Corsaro e Honorata, che credevo che il libro me lo facesse calare, e invece...
Non l'ho ancora terminato, ma mi sono ritrovata ad aver letto 160 pagine in due giorni. Da rimanerci con gli occhi sgranati. Fantastico! Entusiasmante! Vivido!

C'è dell'altro
Amélie Nothomb - Metafisica dei tubi, Le Catilinarie, Né di Eva né di Adamo
Perde un po' di punti questa scrittrice, nella mia classifica personale. Sembra come se, quando il contenuto delle sue opere sia privo di palese piglio critico o polemico nei confronti di alcuni meccanismi sociali, esse diventino prive della verve che mi aveva conquistata precedentemente. Se si concentra sulla sua autobiografia senza contestare nulla, mi risulta antipatica.
Niente di che per questi tre libri (il primo parla della sua infanzia, il secondo è un racconto un po' angosciante ma carino, forse il più rilevante fra i tre, il terzo narra della sua storia d'amore, se così la si può chiamare -koi, non ai, precisa lei- con un ragazzo nipponico), a parte un viscerale odio per le carpe che personalmente non condivido.

Yukio Mishima - La dimora delle bambole
Un libro di quattro o cinque racconti brevi, degni di menzione. Si tratta di racconti giovanili, antecedenti al romanzo "Confessioni di una maschera". Come al solito Mishima sa incantare il lettore, con quella comunione che fa sbocciare fra i suoi personaggi e la natura che li circonda, che sembra riflettere i loro stati d'animo e farsi portavoce dei loro turbamenti. Eppure sembra sempre sovrastarli, o prendere vita come personaggio a sé stante.
Bellissimo l'ultimo racconto, "Biglietti", intriso di un'atmosfera macabra di gusto tipicamente nipponico. Un po' lento "Il Principe Karu e la principessa Sotori" ma molto gradevole soprattutto per l'ambientazione nell'antico Giappone. Tutti comunque molto delicati e dall'atmosfera come di nebbia, quasi onirica, ma minuziosamente studiata (non incompiuta, ingarbugliata, inutile e senza ombra di raffinatezza come può esserlo quella di una Banana Yoshimoto, ad esempio).

Mary Roach - Stecchiti. Le vite curiose dei cadaveri
Di rado abbandono un libro, perché se non mi piace devo conoscerne l'intimo motivo, meditarci sopra, rimuginarci ed andare a fondo nello schifo che fa o nella sua insulsaggine.
Qui non ce l'ho fatta. E l'ho pure ordinato io in biblioteca.
È un libro di divulgazione scientifica anche ben scritto, con toni fra il serio e il faceto ma mai irrispettosi, che si propone di esporre al pubblico come i cadaveri hanno contribuito, volenti o nolenti (prima di passare fra i più, ovviamente), all'avanzare del progresso dell'umana specie. Prove tecniche di crocifissione o di interventi chirurgici, furti di cadaveri per dissezioni, collaudi d'automobili, ricostruzioni d'incidenti aerei (ho trovato un ulteriore motivo per non imbarcarmi in quei demoniaci tubi di metallo), trapianti di testa... svelati tutti i segreti della decomposizione. BLAAAAAAAAAAAAAAH! Non ce l'ho fatta, speravo di finirlo in fretta, ma madonna mia... niente, niente, non ci sono riuscita.
Mi sembra di aver rivissuto l'esperienza della visita al museo anatomico organizzata dalla docente universitaria di anatomia. Prima di entrare ero curiosa, tutta spavalda e anche un po' cazzona. Salvo poi uscire di lì con, dinanzi agli occhi, immagini di fettine umane, esseri micro e macrocefali in formalina, crani sezionati e nervi messi allo scoperto, con il colorito di un panno candeggiato ed in preda a conati e barcollamenti sospetti. Oltre al danno, la beffa: i colleghi più scettici uscirono dal Forlanini assolutamente entusiasti dell'istruttiva (per me distruttiva) visita.
Niente, per me il post-mortem è un tabù disgustoso, macabro e triste che posso affrontare solo attraverso la distanza del fantastico: ben vengano zombie, vampiri, uomini scheletro o fantasmi, ma la scienza della morte no, proprio no. Grazie per averci provato.

Bobby Henderson - Il libro sacro del prodigioso spaghetto volante
È la risposta più bella mai inventata alle scempiaggini dei creazionisti. Scritto da un fisico, si tratta di un vero e proprio libro sacro, con tanto di brochure da fotocopiare e distribuire per accaparrarsi proseliti e articoli (pseudo) scientifici di supporto alla neoreligione del Pastafarianesimo, ossia dei seguaci del Flying Spaghetti Monster (tradotto con Prodigioso Spaghetto Volante, in breve PSV). Si tratta in sostanza di una risposta a tono a chi avesse chiesto di introdurre l'insegnamento della "teoria" creazionistica a fianco di quella evoluzionistica. Volete insegnare il creazionismo nelle scuole? Bene, esigo che anche la creazione secondo il Pastafarianesimo venga insegnata, ha la stessa identica dignità e gli stessi fondamenti scientifici. L'ho trovato per caso in biblioteca e non potevo lasciarlo lì, né evitare di acquistarlo per regalarlo al primo amico che compiesse gli anni di lì a breve. È semplicemente geniale. Ogni evento naturale ha una spiegazione "logica" in funzione ovviamente del PSV, così come i seguaci del disegno divino ne trovano una buona per il loro dio qualsiasi esso sia. E, manco a farlo apposta (sarà un divino segno d'elezione del PSV, un suo prodigioso messaggio?), il suo popolo eletto sono... i pirati! E così viene dimostrata, attraverso la simulazione SPADA, la stretta correlazione fra la diminuzione del numero di pirati e il riscaldamento globale, provocata da un diminuito upwelling delle acque marine; vengono fornite prove matematiche, ontologiche e manageriali dell'esistenza del PSV; la gravità viene minuziosamente spiegata con l'azione delle Sue appendici pappardellose... e così via.
In His name we pray, Ramen.